Nella nuova
alba degli mutanti potevano mancare i Satiri? Ancora più che nella realtà la
legge della conservazione della materia regna sovrana nel parallelo universo
Marvel. Così se sarebbe ingeneroso dire che niente si crea, di sicuro nulla si
distrugge. E nel Big bang delle testate X guidato dal demiurgo Jonathan Hickman
partito la scorsa estate con le miniserie preludio House of X e Power of X è inizia
a delinearsi il nuovo assetto del mondo mutante con 12 serie regolari. La nona
che ha debuttato a marzo negli USA tocca agli Hellions, che in Italia
conosciamo come i Satiri. In origine, nel disegno narrativo del patriarca Chris
Claremont, erano il gruppo young del Club Infernale (in originale Hellfire club),
nati come antagonisti dei New mutants, le nuove leve degli X men. Insomma un
prodotto pensato, da un lato come vivaio di nuovi personaggi, dall’altro come
vivaio di nuovi lettori che da sempre sono un’ossessione del mondo del fumetto.
Come intercettare la prossima generazione di ragazzini? E la risposta sin dagli
anni ’30 è quella dei companion. Dai Bucky e Robin sino ai gruppi teen con
storie che strizzano l’occhio a tematiche adolescenziali. Con i New Mutants, la
testata dove i Satiri debuttarono, a mescolare le carte, se non bastassero i
toni già cupi del mondo mutante, sempre impegnato in una lotta di
sopravvivenza, arrivarono i disegni di Bill Sienkiewicz. C’è chi li adorava e chi non li
sopportava perché non capiva assolutamente nulla di fumetto. E con questo mi
sembra di aver chiarito come la pensassi e la penso. Belli e dannati quei
disegni avevano una vita propria, un magnetismo animale e lasciarono il segno.
Tutto questo per dire da dove nasce la mia personale curiosità per questa
testata. Questo ma non solo questo. Oltre all’amarcord c’è di più. L’altro
stimolo è la premessa della Marvel a questa nuova serie che racconterà le
vicende del “gruppo più disfunzionale che si possa immaginare”. Una
presentazione roboante che per essere mantenuta dovrà far sudare il duo composto da Zeb Wells ai testi e Stephen Segovia alle matite. I nuovi Satiri vedono
scendere in campo nel primo numero, eccezionalmente da 32 pagine, una formazione che schiera
Empath, già presente nel gruppo originale, Sinistro, Havok, Psylocke, Tata, Creatore di Orfani, Scalphunter, Wild Child. Non più un
gruppo di adolescenti ma di pericolosi psicopatici che non possono convivere
con il resto della società mutante. Per trovare se non un riscatto almeno una
forma di sopravvivenza dovranno lavorare insieme e sai mai che questo funzioni
come una sorta di terapia di gruppo. Siccome poi il potere costituito, anche
quello di una società X, non è tanto diverso da quello del resto dell’umanità,
cercherà di utilizzarli per quello che sanno fare meglio: ammazzare il
prossimo. Insomma gli elementi intriganti ci sono come sempre quando si fissa
il lato oscuro. La scommessa che la serie dovrà vincere è fin dove potrà spingersi
in un universo narrativo che di oscurità ne ha sempre respirata tanta.
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