Elder, il fantasy senza magia

Il Fantasy, oh il Fantasy con tutte le sue suggestioni, i suoi eroi, le creature, le imprese. Il passato e il futuro che si fondono insieme. Un eterno ritorno a un mondo che non è mai stato. Da quando tra fine ‘800 e inizio ‘900 gli esploratori hanno chiuso il cerchio sugli angoli più sconosciuti della nostra Terra, il bisogno di avventura ha preso nuove strade partendo per lo spazio con la Fantascienza oppure verso dimensioni sconosciute come il Fantasy. Così simili a quel che conosciamo eppure così diverse. A partire dalla magia, quella vera, illogica e irrazionale, una forza misteriosa e incontrollabile che è il vero motore di quegli universi narrativi. E di magia c’è ne è davvero tanta nel primo numero di Elder. Raramente abbiamo visto una trama più illogica, irrazionale e incontrollabile. Pollice verso per la nuova creatura della 7age entertainment, piccola casa editrice che non è nuova a exploit di questo genere. Ricordiamo con timore Legend! 

Elder, il  bonellide, 96 pagine per 2,9 euro che  la casa editrice romana ha mandato in edicola infatti ci ha lasciato a bocca aperta… letteralmente basiti. Ma non in positivo ahimé. Scritto e sceneggiato da Antonio Mannoni mentre la parte grafica se la sono divisa Luca Bonessi, Roberto Ali, Riccardo Pieruccini, Pietro Vitrano, Stefano Santoro, Giuseppe Candita e Francesco Bonanno, Elder non a caso porta come sottotitolo i mondi di Avalon. Una scelta azzeccata perché più che una storia presenta un caleidoscopio di situazioni, un bouquet di suggestioni del fantasy che sconfinano una nell’altra in micro sequenze. Se è un atto d’amore al genere, sarà ricordato sicuramente come uno di quegli amori distruttivi. Più che un viaggio nel fantasy sembra un trip. Un gorgo di stereotipi che scorrono veloci e annodati l'uno nell'altro. Non voglio certo contestare le buone intenzioni ma ci sfugge veramente il senso di
un’operazione come questa.
Il fantasy, forse più di altri generi invita alla narrazione. Ne è propria un’oralità, almeno ideale, che trasforma la trama in un albero delle storie. Le vicende dei personaggi si moltiplicano, si dividono in plot e sub plot, corrono e si rincorrono a intrecciarsi lungo l’asse principale. Il rischio è che finiscano per soffocarlo. Che il fiume narrativo diventi palude invece di sfociare. Proprio in queste settimane abbiamo visto come questo pericolo sia forte. In un’opera di ben altro spesso come la riduzione televisiva della saga di George R. R. Martin, Game of thrones, il moltiplicarsi delle trame dalla prima alla seconda serie, ha spaesato e tolto molta della sua forza a quello che è senza dubbio il miglior telefilm fantasy di tutti i tempi. Figuriamo in Elder! Da questo punto di vista questo fumetto sembra più che altro un rampicante infestante, un lichene cresciuto sulle spalle narrative di altri. Del genere affastella tante suggestioni ma senza riuscire a trarne una goccia di linfa. L’aver poi diviso tra sei diversi autori la realizzazione grafica, alcuni indubbiamente validi, finisce per aumentare l’effetto caleidoscopio di cui dicevamo. Un'allegra girandola di stili e frammenti narrativi che non compongono un quadro. In questi casi la mano del capitano sul timone deve essere salda o il disastro è inevitabile. E qui non possiamo non fermarci ancora un attimo sul tipo di operazione tentata. L’idea che se ne trae infatti è che Elder sia uno squarcio di uno scenario ampio. Magari immaginato a lungo, percorso e dilatato con affetto. Come dicevamo il Fantasy porta sempre a un mondo e la storia diventano le storie. Tante storie, ognuna che tira in una direzione diversa. Poi il tutto va distillato, l’albero narrativo sfrondato. Magari con sofferenza, magari ocn rammarico ma sfrondato e allegerito. Questa la differenza tra l’appassionato che sogna ad occhi aperti e il professionista che quelle storie raccoglie rinchiude in libri, film o fumetti.

Commenti