
Ecco perdonate l’ardire ma il “Squadron supreme” appare proprio un campione di quest’ultima tipologia. Ne ha da dire Giorgio Lavagna, nella prefazione, raccontando la rava e la fava della genesi della serie, a spiegare che esperimento narrativo sia: il tentativo di replicare il modello di squadra d’eroi della Dc, l’eterna concorrente, della Marvel. Un esperimento di ingegneria genetica perfettamente calibrato che forse potrà avere un valore scientifico ma ci lascia freddi. Per carità “Squadron supreme” è un onesto fumetto, ben strutturato, con un calibrato gioco di personaggi, la giuste dose di eroine sexy, scorrettezze politiche, antieroi dannati ed enigmatici. Tutto patinato e perfettino. Ricorda quelli che una volta si chiamavano i filmoni. Andavi al cinema a verdeli e se passavano in tv non te li perdevi e non potevi dirti scontento. Ecco siamo qui ma su carta! Tutto sembra al posto giusto eppure il palato non è soddisfatto. Tiri le somme ma ti sembri sempre che manchi qualcosa. Ti guardi allo specchio e ti trovi imbronciato.
Ultima nota per la mancata traduzione del nome. Insomma non è che Squadrone supremo faccia impazzire, ma l’originale suona proprio peggio.
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