Thor, da Asgard a Hollywood

Il dio del tuono è uno dei personaggi della Marvel che ci ha sempre intrigato. Lo ammettiamo senza remore. Soprattutto le sue avventure più mitologiche, racchiuse nello scenario della mitica Asgard ci hanno colpiti fin da bambini. Sarà per come lo "stilista" Jack Kirby disegnò i costumi di questo pantheon, ma al solo vederli, la fantasia scioglieva le briglie. C'era un senso di meraviglia che pochi altri fumetti sapevano trasmettere. Poi negli anni sono venute le letture sul mondo vichingo che quelle divinità ha partorito con la loro filosofia della sconfitta e caducità cucita dentro. Perché nel mondo nordico anche gli dei devono morire, affrontando la fine dei tempi cadranno nell'ultima battaglia contro il demone Surtur e le sue schiere. Un evento che periodicamente viene proposto e riproposto dagli autori che affrontano il personaggio di Thor. Chissà se Stan Lee e il già citato Kirby scegliendo di coinvolgere Thor nel loro mondo a fumetti realizzarono quanto fosse l'incarnazione dell'eroe Marvel per eccellenza. Non solo un supereroe con super problemi, la possanza di una divinità legata alla fragilità mortale di Donald Blake, il dottore zoppo che era il suo alter ego umano, bensì un dio destinato a morire. Un ossimoro potente da cui poi è scaturita tutta la tragicità che caratterizza le saghe migliori di Thor e dei personaggi asgardiani.
Tutta questa lunga e verbosa premessa solo per arrivare a dire che tanto amiamo Thor, tanto aspettiamo con trepidazione il film, anzi il blockbuster di cui è cominciata la pre produzione e dovrebbe portare la pellicola nelle sale il prossimo maggio 2011. Trepidazione ma anche timore. Negli ultimi anni, dallo Spiderman di Sam Raimi è cominciata una nuova era per i film tratti dai supereroi. Sembra che Hollywood abbia trovato un filone d'oro che non si stanca di saccheggiare. Ci siamo resi conto poi che non è tutto oro quel che luccica. Pur con una resa dei personaggi spesso sbalorditiva dal punto di vista visivo grazie agli effetti speciali, non sempre le storie sono state all'altezza. Alcuni film sono stati mediocri, altri completamente da dimenticare... se vi si riuscisse. Sarebbe una benedizione scolpire via dai ricordi Nicholas Cage e il suo Ghost rider.
In questo panorama la mutazione della Marvel da casa editrice a produttore cinematografico ha fatto fare un ulteriore passo in avanti. La casa delle idee infatti sembra aver trovato una formula magica anche per il cinema: grandi attori, grandi film. Il primo Iron Man con Robert Dowing Jr, Gwyneth Paltrol e Jeff Bridges e l'Incredibile Hulk con Edward Norton, Liv Tyler e Tim Roth hanno dato un segnale chiaro. I film con supereroi sono una cosa seria, serissima, occorrono grandi attori per realizzare pellicole all'altezza delle aspettative. Non bastano un po' di rendering e qualche trama raffazzonata per convincere il pubblico dei fan e soprattutto sbancare i botteghini.
Da questo punto di vista la pellicola con protagonista Thor sembra voler dare rassicurazioni con un cast olimpico. Il biondo dio nordico infatti sarà interpretato da Chris Hamsworth che ha dato buona prova di sé nel ruolo di capitano Kirk nello Star Trek di J.J. Abrahms. Per il ruolo di Odino ci sarà niente meno che sir Anthony Hopkins e in quello della bella innamorata di Thor Nathalie Portman. Ancora più interessante il nome del regista. Dietro la cinepresa avremo l'inglese Kenneth Branagh che tanti film shaskepeariani ha diretto e quindi dovrebbe essere in grado di rendere al meglio le atmosfere epiche del fumetto. Insomma le premesse sono positive ma buoni ingredienti non sempre significano che dal forno un grande piatto. Il secondo Iron Man, una sorta di suffle esploso, sta li a ricordarcelo. Certo noi incrociamo le dita... ma un cruccio lo abbiamo già. Uno spoiler qua e uno spoiler là la trama, sembra di capire, si ostinerà, come in tutti i film di supereroi, a voler narrare in lungo e in largo le origini del personaggio...

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